Ok, il posto non è esattamente a Padova, è a Noventa Padovana, ma insomma dai, per via della sua storia non potevo non segnalarlo!
Una volta il nome completo era "Da Marziano, al mondo di qua" e si presentava come una casetta isolata, sull'argine, alla confluenza fra il Brenta e il Piovego. Da fuori sembrava un po' una baita di montagna, mentre dentro pareva la bettola di un porto, col legno scuro e i nodi marinari appesi alle pareti. La tipa che lo gestiva sembrava un misto fra una ex hippie e una normalissima casalinga. Spesso girava per il locale anche una minuscola creaturina canuta che suppongo fosse sua madre, ma che io, per le dimensioni e per la rugosità, avevo bonariamente ribattezzato "Yoda il saggio" e svariati gatti erano soliti osservare l'andazzo delle cose, seduti sulle sedie o comunque vicino a qualsivoglia fonte di calore. Il posto era quindi una vera e propria bettola con tutti i crismi. A partire dalla gestione casalinga mooolto low down, per continuare con l'offerta di pietanze genuine tipo affettati, frittate, formaggi, vovetti sodi, spuncetti oleosi e saporitissimi, torte fatte in casa, vìn bòn e una selezione di superalcolici che avrebbe fatto impallidire John Belushi!
La clientela, un po' per l'ambiente fra il bohemién e il rustico, un po' per la vicinanza di due città come Padova e Venezia (l'una universitaria, l'altra turistica) era un miscuglio di vèci e tosi del posto, ragazzi stranieri e turisti fai-da-te (di giapponesi intruppati, manco l'ombra, per capirci...)
La convivialità, oltre che dalla bontà del mangiare e del bere, era corroborata anche dai giochi di società a disposizione della clientela e dal pianoforte a muro che campeggiava nella saletta sul retro.
Il mio parlare al passato è dovuto al fatto che una sera di qualche anno fa, volendo celebrare la partenza da Padova di un mio amico che dopo tanti anni tornava nelle sue terre natìe... (vabbè diciamo le cose come stanno, aveva cazzeggiato abbondantemente all'università, prima di decidersi a laurearsi) ...dicevo, per celebrare questa partenza, mi ero diretto con un'allegra combriccola, verso il mitico Marziano.
Beh arrivati sul posto non abbiamo trovato che una catasta di tizzoni ardenti e delle mura annerite!
Era bruciato tutto!
Lo sconforto che per un po' si impadronì dei nostristomaci cuori venne però meno quando vidi che, dopo qualche tempo, non solo era in atto una ricostruzione, ma la destinazione d'uso del posto sembrava pure immutata! Non sarebbe stato trasformato in un negozio di scarpe o in una tabaccheria... sarebbe rimasto "Marziano"! Sarebbe risorto dalle sue ceneri!!!
Il rischio, semmai, era che si trasformasse in un posto snob o anonimo. Uno di quei "wine bar" o "lounge cafè" che adesso vanno così di moda...
E invece ieri sera ho avuto la conferma che sotto la veste nuova e necessariamente meno "ruspante" della versione 2.0 di Marziano, resta l'attitudine low down dei gestori di sempre.
Basti vedere il cartello che accoglie gli avventori:
Una volta il nome completo era "Da Marziano, al mondo di qua" e si presentava come una casetta isolata, sull'argine, alla confluenza fra il Brenta e il Piovego. Da fuori sembrava un po' una baita di montagna, mentre dentro pareva la bettola di un porto, col legno scuro e i nodi marinari appesi alle pareti. La tipa che lo gestiva sembrava un misto fra una ex hippie e una normalissima casalinga. Spesso girava per il locale anche una minuscola creaturina canuta che suppongo fosse sua madre, ma che io, per le dimensioni e per la rugosità, avevo bonariamente ribattezzato "Yoda il saggio" e svariati gatti erano soliti osservare l'andazzo delle cose, seduti sulle sedie o comunque vicino a qualsivoglia fonte di calore. Il posto era quindi una vera e propria bettola con tutti i crismi. A partire dalla gestione casalinga mooolto low down, per continuare con l'offerta di pietanze genuine tipo affettati, frittate, formaggi, vovetti sodi, spuncetti oleosi e saporitissimi, torte fatte in casa, vìn bòn e una selezione di superalcolici che avrebbe fatto impallidire John Belushi!
La clientela, un po' per l'ambiente fra il bohemién e il rustico, un po' per la vicinanza di due città come Padova e Venezia (l'una universitaria, l'altra turistica) era un miscuglio di vèci e tosi del posto, ragazzi stranieri e turisti fai-da-te (di giapponesi intruppati, manco l'ombra, per capirci...)
La convivialità, oltre che dalla bontà del mangiare e del bere, era corroborata anche dai giochi di società a disposizione della clientela e dal pianoforte a muro che campeggiava nella saletta sul retro.
Il mio parlare al passato è dovuto al fatto che una sera di qualche anno fa, volendo celebrare la partenza da Padova di un mio amico che dopo tanti anni tornava nelle sue terre natìe... (vabbè diciamo le cose come stanno, aveva cazzeggiato abbondantemente all'università, prima di decidersi a laurearsi) ...dicevo, per celebrare questa partenza, mi ero diretto con un'allegra combriccola, verso il mitico Marziano.
Beh arrivati sul posto non abbiamo trovato che una catasta di tizzoni ardenti e delle mura annerite!
Era bruciato tutto!
Lo sconforto che per un po' si impadronì dei nostri
Il rischio, semmai, era che si trasformasse in un posto snob o anonimo. Uno di quei "wine bar" o "lounge cafè" che adesso vanno così di moda...
E invece ieri sera ho avuto la conferma che sotto la veste nuova e necessariamente meno "ruspante" della versione 2.0 di Marziano, resta l'attitudine low down dei gestori di sempre.
Basti vedere il cartello che accoglie gli avventori:
Una rapida occhiata all'interno, appena sono entrato, mi ha permesso di constatare la presenza di un pianoforte, una grossa miciona ha approfittato del mio ingresso per sgattaiolare dentro, e il bancone, ora più nuovo e luccicante, espone comunque un fracco di robe piene di ciccia, olii ed erbette! E c'è perfino Yoda il saggio!
La forza scorre potente in questo posto...
6 commenti:
Mi hai invogliato, e non è neanche tanto lontano da me :-)
Che belle le cose che non cambiano, mi ricordo un agriturismo nell'entroterra ligure che usava moltissimi cibi del turismo equo e solidale, dopo ristrutturazione è diventato un posto alternativo da fichetti chic e dell'equo ha mantenuto solo il caffè, i prezzi sono volati alle stelle ed un bel posto ha lasciato spazio ad una fighetteria...
Vabbè ma uno di Milano deve suicidarsi per te?
Ciao, piacere, Dario.
Con simpatia.
ITALY ITALIA
Blog Satira
...eeh?!?
Dev'essere proprio un posto che merita! Adoro quei locali dove ti ci puoi sentire a casa. Con i gatti poi... alla faccia di quelli schizzinosi e con la puzza sotto al naso!
metà anni ottanta ,come dimenticarlo ,l'Opel Rekord 2.0 intrisa di odore di pesce di Brenta ,il viaggio estenuante fino a Bologna ,solo da Marziano potevi attingere all'energia sufficiente al rientro ...Paolo & Fabio .
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