giovedì 16 ottobre 2008

Due piccioni con una fava. Biologica!

Chi mi conosce di persona sa che sono un'ottima forchetta, e penso che ormai tutti i visitatori del blog abbiano capito che solitamente i temi sociali mi stanno abbastanza a cuore e cerco, ove possibile, di stare attento in tal senso.
Beh da oggi posso unire l'utile al dilettevole!
Magnàre bèn e stare attento alle tematiche ambientali e sociali!
Oggi ho ritirato la prima cassetta di verdura e frutta fresche fornite dall'Associazione di Promozione Sociale Bio Rekk, col suo progetto di Spesa Bio & Solidale.



Non solo i prodotti sono sicuramente più freschi di quelli del supermercato (anche di quelli del banco frutta e verdura!) ma acquistandoli si sostentano le aziende agricole locali che praticano l'agricoltura biologica, si accorcia la filiera produttiva abbattendo i costi, specialmente di trasporto, e alla fine si riduce anche l'impatto ambientale.
Il tutto poi, poi, mangiando da dio!

Ah l'ho già detto?

Vabè, in soldoni il mio consiglio è questo; se abitate in città provate a vedere se ci sono cooperative o associazioni simili... per le specialità esotiche o i peccati di gola ci saranno sempre e comunque i supermercati, ma per la frutta e la verdura di stagione, conviene attingere alla produzione locale!

17 commenti:

Franco ha detto...

Ottimo consiglio. Mi devo informare nelle mie zone.

[ ] ha detto...

:O
CHE MERAVIGLIAAAAAAAAAAAAA!!!

Bravo A', questo è un colpo da maestro, davvero!
E del resto di che ci stupiamo?
Chi ti conosce di persona sa che la Forza scorre pUtente in te (e questa non è che una lampante riprova di ciò!)

;-)

Iniziativa semplicemente geniale.

Se posso mi permetto anche di sottolinerae che, oltre al basso impatto ambientale, e alle qualità organolettiche superiori, la verdura di stagione che fa poca strada (e quindi non dev'essere conservata a lungo dal produttore al consumatore) arriva sulla tavola al meglio delle sue proprietà nutrienti, e quindi fa molto più bene di qualsiasi altra verdura fuori stagione e "fuori regione".
Trovo infatti che uno degli effetti più nefandi del pomodoro inossidabile e della zucchina transannuale (e di tutte le altre verdure che si trovano tutto l'anno al supermercato) sia proprio quello di averci pian piano privati del senso della stagionalità, che a mio avviso è fondamentale per mangiare sano.
...
fiiii fiiii
cof cof
...
CRI CRI CRI CRI

...

... sì ho finito.
;-) :-p

Prefe ha detto...

ehm...
io non mangio verdura...

Arcureo ha detto...

C'è sempre la frutta... e se dai un occhio al sito vedi che sono associati anche con produttori di formaggi, olio, miele, pane, etc etc...

(minchia ma che mangi, solo carne, pasta e formaggi? E poi la verdura può entrare a far parte di piatti complessi, mica devi per forza sgranocchiare solo carrube crude, eh!)

Giangidoe ha detto...

Ottimo ma... come sono i prezzi?
Il problema di base, a parte la capillarità o meno di questo tipo di iniziative, è che spesso si arriva a pagare quasi oro qualcosa che in linea di massima dovrebbe essere la normalità.
Purtroppo ero abituato troppo bene ai prezzi -e alla qualità- di frutta e verdura nel mio paese in Puglia, e l'impatto romano è stato quasi traumatico...
Ad ogni modo: ottimo consiglio!

il Russo ha detto...

Il consiglio è ottimo, il problema è che anche i prezzi dei prodotti locali toccano prezzi vergognosi e paradossalmente è più conveniente prendere un pomodoro che arriva da centinaia di chilometri di distanza rispetto ad uno coltivato a pochi chilometri da casa.
I portafogli sono sempre più leggeri e a volte, per arrivare a fine mese, anche coerenza ed etica tocca lasciarli perdere...

Arcureo ha detto...

La cassetta che vedi nella foto (che come vedi contiene mele, pere uva, cavoli, una zucca, porri e radicchio rosso) costa 17 euro. Le quantità sono robuste (calcola che vivo da solo) e la qualità ottima. Senza contare che ti arriva quasi a casa. Cioè distribuiscono per zone della città; in pratica gli utenti in una certa zona, vicini fra loro, danno la loro disponibilità a raccogliere anche le cassette degli utenti limitrofi, che se le passano a prendere appena possono. Se una volta sei tu che dai la disponibilità a ricevere le consegne per quel particolare quartiere ti portano la tua roba più quella degli altri (e poi ti metti d'accordo con loro per quando possono passare a prenderla... così promuovono anche i giri di conoscenze! ^__^)

SCHIAVI O LIBERI ha detto...

Io ho anche l'orticello difronte a casa: più locale di così.
Ottimo consiglio.
Un saluto

BC. Bruno Carioli ha detto...

Abitando alla estrema periferia cittadina posso servirmi di alimenti freschi direttamente da agricoltori vicini.
Cibi buoni a prezzo buono.

Punzy ha detto...

Ale, ci stavo pensando da un po' di tempo...l'Urbe e' cosi' immensa e megalopolica che chissa' dove posso trovare uno spicchio di campagna dove comprare il ben di Dio..comunque ci provo..

Arcureo ha detto...

...infatti sono le cooperative come quella a cui mi appoggio io che ci pensano per te! ;-)

silvano ha detto...

Il consiglio è buono.
Può essere un'alternativa alla distribuzione tradizionale, la cosa che non capisco è che il risparmio che ci dovrebbe essere per l'accorciamento della filiera si perde per strada. Un'occasione mancata?

Arcureo ha detto...

Si perde per strada in che senso?

Silvia ha detto...

Io ho mio nonno (di 94 anni) che coltiva i prodotti della terra sani e nutrienti!!!

Ma non sapevo dell'esistenza di tale possibilità, uhhhhh che meraviglia!!!

;-)

silvano ha detto...

si perde per strada nel senso che se compro al supermercato dopo mille passaggi a 1 euro, penso che quell'euro lo pago per i 1000 passaggi. Se compro dal contadino o al mercato rionale il prodotto locale che fa un numero di passaggi che va da zero a due e pago sempre 1 euro...dov' è finito il risparmio della filiera corta?

Arcureo ha detto...

Se da una parte è vero che ci si aspetterebbe che costassero di meno, tieni presente che i prodotti che ti arrivano da 1000 Km provengono soltamentente da coltivazioni intensive, dove per il semplice volume di prodotto il prezzo unitario è più basso. (A volte grazie anche all'impiego di veri e propri schiavi... non so se hai mai letto i rapporti de l'Espresso sulle condizioni dei braccianti -ovviamente clandestini- al sud)
Il vantaggio della filiera corta sta nei minori trasporti e nel conseguente minore impatto ambientale. E magari anche in una maggiore qualità...

Anonimo ha detto...

...e bravo Ale!...