giovedì 27 dicembre 2007

Sic et simpliciter

Provate a leggere questo post del blog di Daniele Luttazzi. Fino in fondo. Anzi soprattutto l'ultima frase. Ma leggetelo sul serio! Non "leggiucchiatelo", senò non serve a un cazzo!
Mi pare di una lucidità sconcertante.
Non c'è altro da dire.

mercoledì 26 dicembre 2007

Il servizio completo

Ieri sono andato a sentire i Santacatterina brothers in un localino poco fuori Padova, dove ho scoperto che ci si può far fare il servizio completo!
In che senso?
Date un occhio alla sezione liquori e creme del menù... l'ultima voce






















...finalmente un posto dove, alla fine di una mangiata, si può esclamare: "cameriera! Caffè, grappa e pompino!"

martedì 25 dicembre 2007

...I'll be back!

Sarà irrazionale, ma in fondo non ho neanche voglia di trovare una spiegazione; contrariamente a tutti i posti di Padova in cui ho abitato, dove bene o male la "vera casa" cominciava solo dopo aver varcato la soglia dell'abitazione, io al Portello mi ci sentivo (anzi mi ci sento) a casa anche in giro per le sue stradine e per le sue botteghe. La mia nuova casa in quartiere S. Osvaldo sarà anche beìssima e molto particolare, ma temo mi troverò nuovamente nella situazione in cui, fuori dal suo uscio, sarò semplicemente "per strada".
L'altro giorno, passando per il Portello, ho visto un curioso necrologio "artigianale". Mi sono fermato e ho notato innanzi tutto che era mancato un soggetto da circo, famosissimo in quartiere... il vècio assurdo della casetta dietro il circolo anziani. Quello che un giorno lo si poteva vedere in giro in pigiama che vagava in stato confusionale/molesto e che poi si sedeva in mezzo alla strada... e poi magari il giorno dopo, con aria di chi la sa lunga, dispensava ai passanti perle di assurda saggezza dalla sua finestrella al piano terra, che pareva di essere nel film "Così parlò Bellavista". Tipo "uè... fumare fa mmale... dovresti smettere" circondato da cartoni di vino di infima qualità (e magari con una bottiglia in mano, lui stesso!)
Beh insomma che alla fine fosse morto non mi ha stupito proprio tantissimo, quello che mi ha colpito è stato il necrologio "artigianale" fatto evidentemente da alcuni abitanti del Portello. Molto più sentito di un sacco di altri, più istituzionali e standardizzati. Eccovelo:





Non si legge bene ma l'epitaffio recita:

"Tonino è andato
Tonino "a'j"
Tonino "ti voglio bene"
Tonino "...ho ammazzato gente..."
Tonino "padovan'i mmerda"

Siamo certi che se l'inferno esiste, lo cacceranno anche da là...
Ma Tonino un posto nella nostra memoria ce l'avrà sempre.
Ciao Tonino"




Ecco... questo è il portello che conosco! E dove prima o poi ritornerò!

martedì 4 dicembre 2007

Angoli di Padova 2, la vendemmia...

Arieccoci nell'angolo gastronomico/folkloristico del blog... questa volta la segnalazione riguarda qualcosa di meno traballante di un carrettino di folpetti, anche se sempre di ristorazione si tratta. Mi riferisco al baretto all'angolo fra via Marsala e via Barbarigo. Immutato ed immutabile da che ho memoria! E sto parlando di decine di anni fa eh... quando ero bambino e passavo da quelle parti col mio compagno di classe Tito Villella, il baretto era lì. All'epoca, perennemente orbitante nei ditorni, c'era anche un "vecchio ubriacone" che di questi tempi di teenagers impasticcati è così demodé...
Certo, ci saranno stati cambi di gestione, avranno perfino cambiato qualche lampadina e probabilmente il registratore di cassa, ma il fascino è comunque intatto. Non è stato trasformato in quelle ingannevoli trattorie finto-rustico che si trovano nel ghetto, che paiono a conduzione familare ma quando ti presentano il conto sospetti (anzi speri) che ai fornelli ci fosse Vissani in persona! O in quei localini alla moda, tipicamente da frequentazione altoborghese durante la spritz hour, bèi beìssimi, ma la cui semplice carta dei vini ti mette in soggezione peggio di Fantozzi durante la partita a biliardo col direttore del personale, Gran Maestro Conte Diego Catellani. Non è stato neppure -orrroohoree- trasformato in un negozio di calzature o in un'agenzia di viaggi. È rimasto il baretto dove ci si fanno piatti di spuncetti e vino alla spina! (Ieri, per la cronaca sono andato giù di mozzarelle in carrozza, olive ascolane e crocchette di patate. Annaffiate da vino bianco... aaahn...)
Allego foto per illustrare ciò che le parole non riescono a trasmettere.



Giusto per la cronaca, quale posto migliore di uno così genuinamente verace, per fare gli auguri di compleanno ad un amico?
Ecco il nostro Teo Titotto che ammira il suo regalo.



...mondiale, mondiale... io comunque continuo a cercare angoli da segnalare, ovviamente, visto che è questa la Padova che preferisco.
Avrò anche dovuto lasciare il mitico Portello, cazzo, cazzo e stracazzo (come, mi dicono, diceva il nonno Arcuri che mai conobbi), almeno mi creo una mappa dei rifugi per il mio animo.