Ho appena asistito alla diretta streaming della presentazione, all'Università di Padova, del nuovo motore di ricerca Volunia. Prevedibilmente il fermento online su questo evento è andato crescendo di pari passo, ma mi ha disturbato non poco il tenore di una consistente parte dei commenti che ho visto.
Assieme a genuine considerazioni tecniche e a riserve di giudizio solo dopo averlo provato (tutte cose più che legittime) ho notato un livello fastidioso di spocchia da parte di quelli che davano all'aspetto grafico del tutto l'unico peso per formulare giudizi in merito.
"Ma sembra una roba da web 1.0..."
"Ma la grafica fa cagare..."
...il tutto per un sistema che seppure ancora volutamente di portata limitata prima di un definitivo utilizzo su scala globale (come spiegato dal suo stesso sviluppatore) lascia intravedere scenari per nulla banali.
L'idea di una mappatura quasi geografica della struttura di un sito, ancora prima che venga visitato, in cui risorse, contenuti e collegamenti siano visualizzabili "a volo d'uccello" con uno sguardo d'insieme, con un colpo d'occhio, prima di addentrarcisi realmente, apre secondo me le porte ad una fruizione sempre più sensoriale del web, sempre più "umana".
E una cifra di gente lì a fare la punta al cazzo sul layout grafico.
L'idea è potenzialmente rivoluzionaria e loro guardano la vernice, sopra. E nessuno - dico NESSUNO - che si proponga per dire beh, visto che sembra una bella cosa, se funziona bene perché non darci la patina di lustro, con una veste grafica che spacca? Avete fatto trenta, mi propongo per fare trentuno!
No, perché se siete così bravi, cosa cazzo aspettate?
Per cui io parafraserei lo stesso Marchiori, che presentando il prodotto ha paragonato gli utenti web a delle galline che non potendo volare non possono avere una visione d'insieme... e ha usato una schermata dal film "Galline In Fuga".
Lo so io dove le manderei certe galline...
2 commenti:
non ho capito gran che ma sottoscrivo ugualmente
Che poi sia tutto migliorabile, questo è pacifico. A cominciare dalla presentazione del tutto, che sul web era pompata come un evento supercazzofiga, Steve-Jobs-style, e poi l'hanno fatta in un'aula neanche tanto grande, della sede storica dell'università, con problemi tecnici e - a quanto mi risulta - senza traduzione in inglese.
A sto punto pareva una relazione di una tesi di dottorato e non il lancio di "ze rìal tìng".
Ma fidati che i contenuti c'erano eccome.
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