Deve aver tanta paura del web, il nostro politicume regnante... altrimenti non si spiegano i continui attacchi alla libertà di espressione in rete che stanno cercando di portare ad ogni piè sospinto. Devono aver paura di un mezzo in cui non valgono "editti bulgari", in cui non puoi togliere e mettere persone fidate e lacché da manovrare a piacimento, e in cui le testimonianze delle porcate che fai, restano visibili per ttto il tempo che occorre, e anche più.
Dopo la
proposta del senatore D'Alia, (che a spanne si può paragonare ad un ragionamento del tipo "sui muri delle città ci sono scritte oscene e razziste, quindi abbiattiamo tutti i muri") adesso arriva la
proposta di legge della soubrette Carlucci, che usando la scusa del diritto d'autore e del fenomeno della pedofilia on-line, prova a rendere impossibile la pubblicazione di materiale in rete, (salvo poi non trovare alcun accenno alla lotta alla pedofilia nel testo della proposta di legge pubblicato sul suo blog. Oops!)
A parte il fatto che ancora si deve capire come "impedire l'anonimato in rete" (dal momento che comunque chi si logga presso un qualsiasi provider lascia comunque traccia del proprio I.P. che deve rimanere a disposizione per un certo periodo di tempo... per cui l'anonimato in rete è solo una favoletta), per una analisi interessante di questa vaccata di proposta consiglio la lettura dell'
articolo pubblicato su Punto-Informatico, nonché i
commenti degli utenti del sito. Ci sono alcune puntualizzazioni veramente notevoli e devo dire che la gente ha fatto veramente le pulci a quel testo, arrivando ad evidenziare la completa incompetenza in materia di chi fa le leggi sulle nostre spalle. Esempio (e cito dal testo della proposta di legge):
"...un personal computer che ci permetta di scaricare velocemente materiale multimediale molto voluminoso non costa meno di 1000 €..."Ah certo... prendi pure un supercomputer, magari della NASA, da millemila fantastiliardi di euro, e poi però collegalo usando un modem dial-up da 56K. Vedrai come scarichi veloce!
Questi manco sanno di che cosa parlano...
L'articolo de La Repubblica, a cura di Alessandro Longo (che ho linkato più sopra) rivela poi contraddizioni all'interno del testo stesso! Cito:
"C'è poi un passaggio della proposta Carlucci che cita esplicitamente il diritto d'autore, anche se in modo sibillino: «In relazione alle violazioni concernenti norme a tutela del Diritto d'Autore, dei Diritti Connessi e dei Sistemi ad Accesso Condizionato si applicano, senza alcuna eccezione le norme previste dalla Legge 633/41 e successive modificazioni». Se significa che quella legge va applicata, questo comma non ha senso. È come fare una legge per dire che un'altra legge è legge e va rispettata."Di bene in meglio, direi...
Poi... spulciando la legge (scaricabile
qui) che tanto sbandiera la lotta all'anonimato, si può leggere questo inquietante passo:
"[...]Governo è delegato a istituire, presso l’Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni, entro nove mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge il “Comitato per la tutela della legalità nella rete Internet.[...]A tale organismo potranno essere inviate segnalazioni in forma riservata o pubblica. E ad esso potranno essere sottoposti - per una valutazione tecnica e per la creazione di un repertorio casistico - gli atti giudiziari, ivi compresi gli esposti, le denunzie e le querele, relativi a tematiche di competenza."Sbaglio o qui si sta dando il via libera alle denunce anonime? Dopo i medici, anche i privati cittadini delatori? Dalla nutella alla merda direi...
L'avvocato Guido Scorza, esperto (
lui si) di internet, sostiene che si voglia instaurare una linea dura, per il rispetto del diritto d'autore che impedisca la pubblicazione di spezzoni di programmi su YouTube, nemmeno di pochi secondi facendo un grosso favore a Mediaset, (
fatalità) che ora sta combattendo una battaglia per ripulire internet da video contenenti parti delle sue trasmissioni. Trasmissioni
già andate in onda, però... che chiunque avrebbe potuto videoregistrarsi e riguardarsi quando voleva. Perché alla fine i pezzi delle trasmissioni tivù su youtube, questo sono... non si tratta di film piratati e distribuiti illegalmente quando ancora circolano nelle sale cinematografiche. Non che quest'altro problema non esista, ma non c'entra assolutamente nulla con youtube!
A me viene il sospetto che si voglia evitare il crearsi una "memoria storica digitale" a cui attingere in caso di temporanee amnesie. Puoi impedire di far andare in onda contenuti scomodi in tivù, se le controlli tutte... ma internet è molto più arduo da arginare.
Giusto per rompere i coglioni, quindi, segnalo
questo sito che sbeffeggia abilmente la Nostra, e magari anche un
piccolo esempio di quella "memoria storica" che si vorrebbe far passare nel dimenticatoio... così, uno preso a caso. ;-)
...paura, eh?
BÙ!